REVIEW www.rootshighway.it OCTOBER 2006
GUIDO MARZORATI & THE BLUGOS
JOURNEY OF HOPE
(Velut Luna)
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There are, to tell the truth ever more rarely, albums that it would be a real sin not to give the attention they deserve. They have a limited release that makes them something for just a few intimate friends. This is certainly not the end that “Journey of Hope” deserves, fascinating confirmation of the songwriting talent of Venetian, Guido Marzorati. He debuted a few years ago with the excellent “Live At Home”, working completely alone, showing the stuff of a storyteller that allowed him to carry an entire album, trusting only to his voice, a harmonica and a Takamine acoustic guitar. In this case the project takes the name of Guido Marzorati & The Blugos, who are Elisa Marzorati on the piano, Iliano Vincenzi on the bass and Andrea Scarpari on the drums. Here they are at work with the usual Takamine on some really beautiful songs. The sound reminds you of the atmosphere of the great singer-songwriters of the 70s, because of the continuous use of the piano, with a rhythm section and a guitar that is never invasive. A breath of air from California seems to waft out of the speakers when, in no specific order, “Virtual Love”, a soft ballad, makes itself heard. The opening track,“Journey of Hope” and “Out of My Skin”, with its slightly more decisive tones yet always staying under control, are two other excellent examples of the composing talents of Guido. The piano of Elisa makes them stand out and moves us. On “Song From The Next World”, Guido demonstrates even further his qualities and the Blugos show that they are certainly more than just a run-of-the-mill backing band. It is one of the best tracks on the album, a progression of chords which are absolutely in classic singer-songwriter style, framed by the constant presence of the piano behind the voice, that, if we close our eyes, transports us, spell-like, to the other side of the ocean, to L.A. about 30 years ago. “Blooming Roots” raises the rhythm, in a really pleasing way. “Keep Beating” has a more urban feel, despite the great instrumental intro of slide guitar, and shows us another face of Guido, who doesn’t pull back if you have to step on the gas a bit more, as happens on“What Can I Do?” the track which brings us to the end of this trip on the free-wheeling tracks of a solid rock that is always softened by the piano. A complete album that grows on you after every listen and has nothing be ashamed of when compared to bigger productions from across the ocean, ones that in some cases certainly lack the heart with which Guido Marzorati carries on his musical discourse.
Ci sono, in verità sempre più di rado, dischi che sarebbe un vero peccato lasciare che non abbiano un meritato risalto, solo perché hanno diffusione limitata che li fa diventare oggetti per pochi intimi. Una fine questa che non merita sicuramente Journey Of Hope, affascinante conferma della bontà del songwriting di Guido Marzorati, veneziano che aveva esordito qualche anno fa con il valido Live At Home, in completa solitudine, mostrando una stoffa da storyteller che gli aveva permesso di reggere un disco intero affidandosi soltanto alla sua voce, ad un'armonica e a una Takamine acustica. In questo caso il suo progetto prende il nome diGuido Marzorati & The Blugos, i quali sono Elisa Marzorati al piano, Iliano Vincenzi al basso e Andrea Scarpari alla batteria, qui al servizio insieme alla solita Takamine di una manciata di gran belle canzoni. L'impianto sonoro richiama atmosfere di cantautorato di gran classe anni'70, per l'uso continuo del piano, con una ritmica e una chitarra mai invadenti. Un profumo di California sembra sprigionarsi dalle casse, quando in ordine sparso, è Virtual Love, morbida ballata, a farsi apprezzare. Journey Of Hope in apertura ed Out Of My Skin, dai toni appena più decisi ma sempre controllati, con il pianoforte di Elisa che le segna e ci emoziona, sono altri due ottimi esempi delle capacità compositive di Guido, il quale dà un ulteriore sfoggio delle sue qualità ed i Blugos del loro essere sicuramente più di una qualsiasi backing band in Songs From The Next World, uno dei pezzi migliori, progressione di accordi assolutamente cantautorali, incorniciati da un piano sempre dietro la voce, che, se chiudiamo gli occhi, ci trasporta d'incanto al di là dell'oceano, dalle parti di Los Angeles, all'incirca trent'anni fa… Blooming Roots alza appena il ritmo, ma in modo molto piacevole;Keep Beating ha un taglio più urbano, a dispetto della bella intro strumentale di slide e ci mostra un altro volto di Guido, che non si nasconde se c'è da pigiare un po' di più sul gas, come avviene in What Can I Do?che ci conduce alla fine di questo viaggio sui binari sciolti di un bel rock sempre ammorbidito dal piano. Un disco completo che cresce dopo ogni ascolto e che non ha nulla da invidiare a produzioni più blasonate d'oltreoceano, a cui in alcuni casi manca sicuramente il cuore con cui Guido Marzorati porta avanti il suo discorso musicale.
GABRIELE BUVOLI