REVIEW IN "MUSICBOX" DECEMBER 2006


GUIDO MARZORATI & THE BLUGOS
JOURNEY  OF HOPE
(Velut Luna)

Listening to Guido Marzorati on acoustic guitar and at the microphone one is magically reminded of another voice, in tone and vibrations, that of Springsteen. Elisa Marzorati (and here may I say that the latin sayingin nomen omen is true) on piano, Iliano Vincenzi on bass and Andrea Scarpari on drums form his backing band the Blugos. The album of consecration for the label Velut Luna is Journey of Hope” and it’s a collection of jazz, but not too much, country, but not too much, folk and pop, but not in excess. Slow and subdued tempos for the opening track that gives the title to the album. Words and music written entirely by Guido Marzorati, but let’s not forget the band. While they follow his orders they don’t hide behind Guido, rather with fertile reverence, they follow the harmonic objectives of their captain. One feature that your ears pick up immediately is the fact that there are no acoustic dissonances. It is all clear. Words and lyrics that do not hide arcane mysteries and pregnant pauses, created simply in order to give the voice some space. No disharmonies, because the blues and rock & roll don’t get confused with other genres, they know how to diligently follow the rhythms they were created for. Ten tracks full of energy and vigorous anger and protest, searching for a place, that our singer-songwriter still hasn’t found, where hope reigns and where war, if it exists, has a life that is too short to be remembered (A little story of war”).

Guido Marzorati alla chitarra acustica e al microfono con la sua voce, al cui ascolto corrisponde magicamente il ricordo di un’altra voce, nel tono e nelle vibrazioni, quella di Springsteen, al pianoforte Elisa Marzorati (e qui permettetemi di dire che vale il detto latino “in nomen omen”), Iliano Vincenzi al basso e Andrea Scarpari alla batteria nella formazione dei Blugos. L’album di consacrazione per la veneta Velut Luna èJourney of Hope ed è una raccolta di jazz, ma non troppo, country, ma non troppo, folk e popolare, ma non negli eccessi. Tempi lenti e sommessi per il brano d’apertura che cede il suo titolo all’album. Parole e musica scritte interamente da Guido Marzorati, ma la band, che esegue gli ordini, non è da meno, non si nasconde dietro il protagonismo di Guido, anzi, con fertile riverenza, persegue gli obiettivi armonici del capitano. Una caratteristica che salta nell’orecchio è proprio il fatto che manchino completamente dissonanze acustiche. Tutto è chiaro. Parole e testi che non nascondono arcani misteri e pause rilassate create solo per dare respiro alla voce. Nessuna disarmonia, perché il blues e il rock&roll non si confondano con altri generi, ma sappiano diligentemente inseguire i ritmi per cui sono stati creati. Dieci brani di attendibili energie e di dispersioni di vigorose rabbie e proteste nella ricerca di un posto, che ancora il nostro cantautore, non ha conosciuto, dove regna la speranza e in cui le guerre, se esistono, hanno vita troppo breve per essere ricordate (A little story of war).

ELISA MAURO

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